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pubblicazione del 1 gennaio 2011 |
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“Il Politecnico” di Carlo Cattaneo,
un Italiano diverso. |
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Il 1 gennaio 1839 inizia le sue pubblicazioni il periodico “Il Politecnico”.
Elio Vittorini, uno dei più brillanti narratori e organizzatori di cultura del secondo dopoguerra, lo definisce “il più bel periodico di cultura e scienza che avesse a quel tempo l'Europa”, tanto da volerne riprendere la testata nel 1945, quando a sua volta fonda una rivista con lo stesso nome. Il periodico è stato una creatura di Carlo Cattaneo, uno dei protagonisti della cultura lombarda nella prima metà dell'Ottocento e delle Cinque giornate di Milano, dove nei giorni dal 19 al 21 è a capo del consiglio di guerra. |
Carlo Cattaneo |
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Cattaneo, nato nel 1801 a Parabiago e morto a Castagnola, presso Lugano, nel febbraio 1869, è oggi rivisitato soprattutto per il suo ruolo politico- istituzionale e per il suo apporto al pensiero politico federalista, per il quale si differenzia dai liberali moderati alla Cavour, dai repubblicani unitari alla Mazzini, nonché da federalisti come Gioberti, che credevano, illudendosi, nella possibile funzione liberale del Papato.
Ed è proprio per mantenere fede al suo credo federalista e repubblicano che, eletto più volte deputato all'indomani dell'unità d'Italia, non metterà mai piede in Parlamento, per non venire meno alla sua fede repubblicana e federalista e per non prestare giuramento alla corona, cioè ai Savoia.
”Le famiglie regnanti sono tutte straniere” dirà ai suoi concittadini che sollecitavano nel marzo 1848 l'intervento di Carlo Alberto: per lui monarchia e papato erano le due istituzioni che più si opponevano al progresso della società.
Il suo atteggiamento nei confronti del processo risorgimentale è stato complesso e non omologabile a quello dei cosiddetti padri della patria. Il suo stesso federalismo guardava sì all'Italia, ma anche all'Europa; anzi in un primo momento auspicava una Lombardia integrata nello stato asburgico, una volta divenuto federale.
Anche l'idea di una democrazia federalista dell'impero asburgico sarà una pura illusione, come quella di Gioberti che sognava un papa liberale. |
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Tornando al Il Politecnico, la rivista riflette benissimo lo spirito di un intellettuale, che spazia in ambiti culturali diversissimi, dalla filosofia alla linguistica ed alla ingegneria, fino a importanti esperienze giornalistiche. |
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Nella sua attività di scrittore Cattaneo si occupa di ferrovie, di bonifiche, di dazi, di commerci e di agricoltura, senza trascurare la letteratura, la storia e l'arte. Chiama a collaborarvi intellettuali di ogni tipo: medici, ingegneri, economisti, suggerendo loro i temi, ma anche revisionando i testi allo scopo di portarne i contenuti ad uniformità di stile e di intenti. E' il degno figlio dell'Illuminismo lombardo dei Verri e dei Beccaria, che fin dal Settecento aveva fatto di Milano uno dei centri della cultura progressista italiana, con Firenze e Napoli. Cattaneo nutre una grande fiducia nel progresso tecnico-scientifico come mezzo di elevazione materiale e morale dei popoli. Dirige e redige quasi da solo la rivista fino al 1844, quando la pubblicazione si interrompe; il Politecnico riprenderà, con breve vita, dal 1860 al 1862, per concludersi con la terza serie dal 1863 al 1865, non più sotto la direzione del suo fondatore. |
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